Adonai Sebhatu è un’artista italiano di origine eritrea con base a Bologna. Il suo percorso creativo è stato plasmato da un’adolescenza trascorsa nell’ambiente underground della città. Questo contesto gli ha fornito un terreno fertile di influenze, molte delle quali spesso in contrasto tra loro. Tuttavia è proprio in questo miscuglio di esperienze che l’artista ha trovato ispirazione per il suo percorso concettuale.
Formatosi come geometra durante il suo percorso scolastico, Adonai ha successivamente intrapreso una carriera come designer, mettendo in pratica le sue competenze ed affinando il suo senso estetico. Questo processo lo ha gradualmente condotto verso una dimensione piu’ irrazionale ed artistica, dove ha cercato di dare voce alle molteplici sfaccettature della sua identità, mescolando le influenze delle sue origini con l’ambiente culturale in cui è cresciuto.
Il suo percorso artistico ha conosciuto una svolta significativa quando inizia a dipingere opere d’arte che esplorano un immaginario composto da componenti elettronici.
Col tempo la sua produzione artistica ha successivamente abbracciato un approccio piu’ esplicito all’uso di pezzi interi o di parti di oggetti di recupero, per lo piu’ di materiali RAEE ( Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
La scoperta di questi materiali diventano una chiave centrale della sua produzione artistica per diversi motivi. Innanzitutto l’utilizzo di materiali di recupero RAEE rappresenta una dichiarazione contro lo spreco ed il consumo eccessivo nella società contemporanea. Questi materiali sono spesso considerati obsoleti o inutilizzabili, ma Adonai li trasforma cercando di rimodellare e di valorizzare le proprietà espressive della materia, dimostrando che c’è valore in cio’ che molti considerano scarto.
Questo messaggio di sostenibilità e consapevolezza ambientale è un aspetto cruciale del suo lavoro e la sua arte funge da veicolo per sensibilizzare il pubblico su tali questioni.
L’uso di questi materiali di recupero introduce anche una dimensione storica e narrativa alle sue opere. Questi oggetti raccontano storie.
Ogni componente elettronico dismesso ha avuto una funzione nella vita quotidiana e il loro utilizzo in opere d’arte porta con sé un senso di continuità e rinascita.