Alcuni artisti trascorrono buona parte della vita inconsapevoli della creatività innata che portano dentro di sé.
Finché ad un tratto, in seguito a meccanismi particolari personalissimi, scatta in loro una scintilla che porta finalmente in superficie quella grande abilità rimasta nascosta e latente sino ad allora, veicolata da forti emozioni e sentimenti.
Questo meccanismo ha coinvolto pure Luca Donati in età matura.
Nato ad Ascona (CH) il 21 maggio 1961, ha da pochi anni scoperto la sua indole artistica.
Dal suo lavoro ha preso a prestito alcune tecniche e materiali che, maneggiati con destrezza ed originalità hanno portato alla creazione di opere uniche, di opere “terrene”, per usare una definizione a lui cara.
Centrale in Luca Donati, come per altri , è la visione dell’artista come “artigiano”, come colui che crea dalle sue abili mani un’opera, dettata dalle proprie emozioni e nata per suscitare nello spettatore altrettante emozioni, seppure diverse e molteplici.
Egli ama definire la propria arte “grezza”, nel senso di appena accennata, abbozzata, talvolta imperfetta, mai rigorosamente definita nei dettagli, nelle forme e nei colori.
In tal modo lo spettatore può riempire quei tratti, quei colori appena abbozzati e vaghi con la propria fantasia e provare differenti emozioni di fronte all’opera.
Spesso si rimane stupiti di fronte alla delicatezza e leggerezza che i suoi quadri trasmettono, in contrasto con le grandi dimensioni e la pesantezza dei materiali usati.
Ma tutti questi apparenti contrasti ci riportano alla concezione della vita stessa secondo l’artista:
“una vita grezzamente emozionale, dolcemente brutale e amorevolmente imperfetta”.